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la bici della felicità, intervista a Ludovica Casellati

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Legenda
F: Filippo Catania
L: Ludovica Casellati

Ludovica Casellati, esperta in comunicazione, giornalista a Radio Montecarlo, trasmette la sua rubrica “Italia in bicicletta” all’interno della trasmissione Bella Italia, scrive di cicloturismo per Tgcom24, nel 2013 ha creato Viaggi in Bici che ormai è un punto di riferimento per il mondo a due ruote viagginbici.com; nel 2015 ha creato l’Oscar italiano del cicloturismo Italian Green Road Award e nel 2017 Urban World con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile; nel 2018 crea Viaggi del Gusto, un importante testata dedicata al turismo e alla gastronomia.
Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro intitolato “la bici della felicità” un ABC finalizzato a fornire al ciclista slow consigli utili per approcciare il mezzo, fare la scelta del modello giusto e coinvolgere familiari e amici in una gita in bicicletta.
Proprio da qui voglio partire, Ludovica: quanto è facile coinvolgere familiari ed amici a fare una gita in bici?

L: ti dico quanto è facile. Proprio pochi minuti fa mi ha chiamato una mia amica che mi ha detto: “adesso che possiamo uscire in bicicletta e portare fuori anche i nostri figli tranquillamente, mi indichi qualche pista ciclabile anche qua vicino?” Me l’ha proposto lei! è molto semplice. Per completare il quadro che hai fatto: io ho fondato sempre nel 2018 Luxury Bike Hotels quindi ci sono proprio con tutto il corpo dentro al turismo in bicicletta. Ho presidiata anche la parte degli alberghi che in questo momento può essere la parte più sofferente. Diciamo che invece la cosa più bella è che questo è il momento per tirare fuori le biciclette perché, anche in un periodo un po’ pauroso diciamo così perché ci hanno messo paura, la bici consente il distanziamento sociale e ci fa muovere nella natura liberamente. Quindi siamo tranquilli, sicuri e possiamo anche respirare a pieni polmoni aria pura in giro per i nostri territori e mettere in moto il nostro fisico che è importantissimo perché siamo stati fermi un po’ troppo.

F: Il tuo impegno e la tua esperienza nel turismo e nel cicloturismo in particolare li conosco bene. Ti ho incontrato in varie occasioni in cui hai dimostrato la tua competenza e nel tuo sito ho visto che cii sono tanti articoli sulle piste ciclabili in Italia e all’estero e ho letto anche della tua prima esperienza in bicicletta: me la vuoi accennare?

L: La prima in assoluto è quella quando mi hanno insegnato ad andare in bicicletta quando ero piccola e poi l’ho trasmessa pari pari a mio figlio replicando quanto avevano fatto con me; sono andata di nuovo in campagna e ho fatto sì che potesse iniziare a pedalare in sicurezza divertendosi in tranquillità. Bisogna che i bambini imparino a pedalare per far scoprire loro l’indipendenza e la libertà subito. Questa è l’ebbrezza che ti dà la bici. L’altra prima esperienza è stata quando ero quindicenne e hanno aperto la San Candido – Lienz che era la prima vera ciclabile per cui tutti ne parlavano come fosse LA notizia. Quando pubblicammo l’articolo fu uno degli articoli più letti ed ancora oggi lo è: sopravvive al tempo quella che oggi è la ciclabile della Drava. Una volta si partiva da San Candido, si arrivava lì, tutto in falsopiano e quindi lì le famiglie davvero la fanno da padrona e poi si tornava indietro a San Candido col treno che trasportava anche le bici. Gli austriaci ed anche gli altoatesini sono sempre stati un po’ avanti rispetto a noi.
La prima esperienza che mi ha aperto il mondo professionale è stata quella in Francia quando una collega giornalista mi aveva invitato a fare un viaggio stampa: “Lo faresti in bicicletta lungo la Loira?” Mi sono guardata con mio marito e mio figlio: mio marito è un ciclista, lo fa per sport, di quelli che si cronometrano (e che ha sofferto molto anche in questo periodo sui rulli) per cui figurati! siamo andati a nozze, abbiamo portato il piccolo di 3 anni. Beh io ero molto incerta perché usavo da sempre la bici, ma solo per gli spostamenti brevi in città. Tutti devono capire: se l’ho fatto io vuol dire che lo può fare chiunque! La bicicletta è alla portata di tutti! Si è creato un clima di una notevole bellezza, e tu lo sai perché sei uno di quelli che pedala, ma con i propri familiari è un qualcosa di diverso. Mio figlio piccolo di 3 anni non chiedeva mai quanto mancava perché il viaggio in quel caso è un viaggio che ti tiene sempre desta l’attenzione, vedi continuamente cose. Il viaggio in bici è cosa diversa dal viaggio in automobile. Ho aperto il cassetto in cui era registrato viagginbici e da lì è iniziata questa avventura.

F: Ti ringraziamo di questa cosa perché viaggioinbici.com davvero è un un riferimento in in Italia. Tornando al tuo libro, ho letto il tuo decalogo che contiene 10 parole chiave: libertà, semplicità, divertimento, potenza, salute, equilibrio, ma ne contiene alcune altre decisamente interessanti quali la democrazia (e di questo mi piacerebbe parlarne in un solo episodio del mio podcast) e la sostenibilità. Questo ultimo concetto mi pare chiaro a tutti. Poi c’è l’economia, neanche a dirlo quanto si risparmia in bicicletta sia dal punto di vista personale che da quello della collettività. E l’ultimo che mi ha colpito molto è la socialità, che è da considerare anche in ragione del periodo che stiamo passando a causa dell’emergenza covid-19

L: si condivide con gli altri anche solo con lo sguardo quella esperienza, quella sensazione, quell’emozione quindi la bicicletta ci regala davvero tanto. Ecco perché io, come una predicatrice, dico “provatela” perché ne vale davvero la pena perché cambia la vita: è un piccolo cambiamento che possiamo introdurre nella nostra vita che può fare la differenza.

F: condivido tutto quello che hai detto, Ludovica. Grazie per essere stata a pedalognigiorno, spero davvero di incontrarti presto perché parlare a parlare con te si sogna semplicemente con le tue parole. Grazie.

L: Grazie a te e a tutti quelli che pedalano ogni giorno