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Non ci sono strade pericolose

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Se accadono tragedie conseguenti a collisioni stradali non è colpa della strada, ma di chi la percorre oltre i limiti di velocità, distraendosi con apparati vari come smartphone o navigatori e ignorando le regole del Codice della Strada.

La violenza stradale non è un caso, è una scelta

L’ennesima tragedia è avvenuta l’altro ieri 23 novembre 2022 sulla Statale 260 Picente, nelle vicinanze di Pizzoli (vicino L’Aquila) dai più chiamata “superstrada” che sembra dia il diritto ad una “supervelocità” e ad una “superincoscienza”.
La foto che ho utilizzato in copertina mi è stata gentilmente concessa dalla redazione de “Il Capoluogo”, quotidiano online dell’Aquila.

Il grafico qui a fianco è stato pubblicato dall’Osservatorio della Mobilità Sostenibile da fonte ISTAT 2021.

Inutile piangere una giovane mamma ed una giovane insegnante di valore ora che né i propri figli né i figli di altri potranno più avere. Una tragedia immane, una famiglia sconvolta, figli senza una mamma: perché non ci pensiamo prima?
Perché si scrive “due auto si scontrano con a bordo…” piuttosto che “due persone si scontrano alla guida delle loro auto…”? Ho letto su un quotidiano “sembra che nessuna delle due indossasse la cintura di sicurezza”: ma che considerazione è? In un frontale ad alta velocità cosa avrebbero contato le cinture? Vogliamo alludere a questo fattore per attribuire il grado di gravità della collisione? Per ipotesi, se due automobili procedessero a 70 km/h l’impatto per ognuna risulterebbe come schiantarsi contro un muro a 140 km/h.

In Italia esiste finalmente il reato di omicidio stradale e va bene, ma la pena di morte non ha mai ridotto la criminalità in nessun posto del mondo. L’Italia è l’unico paese in cui chi guida un’automobile deve essere avvisato della presenza di un autovelox: quale sarà mai il metodo per evitare infrazioni con conseguenze gravi e spesso letali?

Le soluzioni non repressive ci sono: modificare la struttura delle strade compresa la riduzione dell’ampiezza, cambiare la loro attribuzione di categoria, adottare limiti di velocità adeguati (30 km/k nei centri urbani), ridurre drasticamente il numero delle automobili circolanti, incentivare il trasporto pubblico, incentivare la ciclabilità e quindi la mobilità attiva, maggiore controllo durante il rilascio delle patenti di guida e severità nella verifica delle stesse.

Non voglio sollevare dalle responsabilità nessuno di noi cittadini, ma le amministrazioni pubbliche hanno un ruolo fondamentale per un cambiamento del nostro scellerato stile di vita.